Quando tutti noi pensiamo alla malattia di Parkinson ci vengono in mente principalmente il tremore, i problemi motori o le difficolta ad alimentarsi. Di rado, invece, pensiamo a quanto per una persona malata di Parkinson possa essere problematico confrontarsi quotidianamente con un altro aspetto legato a questa patologia: non riuscire a parlare con fluidità, a farsi capire dagli altri mentre risponde al telefono o quando vuole semplicemente scambiare quattro chiacchiere con qualcuno.
Nel campo della riabilitazione delle difficoltà nel parlare, può essere d’aiuto una terapia complementare basata sul canto corale.
gli incontri di canto corale all’ASSOCIAZIONE PARKINSON PADOVA
Grazie alla disponibilità offertaci da Veronica Filippi, mezzosoprano, la nostra Associazione organizza un ciclo di incontri di canto-terapia a partire da martedì 5 novembre.
L’appuntamento è alle ore 16.00 presso la nostra sede di Via Caliari 1 bis.
Poiché per motivi organizzativi abbiamo l’esigenza di conoscere il numero di persone che prenderanno parte all’iniziativa, vi chiediamo di comunicare la vostra adesione entro il 29 ottobre telefonando al 366.1537851 oppure scrivendo una mail a associazioneparkinsonpadova@gmail.com.
l’importanza del canto nella malattia di Parkinson
Come accennavamo all’inizio, uno degli handicap di chi soffre di malattia di Parkinson è l’intellegibilità e la chiarezza dell’eloquio: una difficoltà che, oltre a costituire un motivo di frustrazione, può spingere verso l’isolamento, incidendo ulteriormente sulla qualità di vita di queste persone.
A questo proposito, riportiamo di seguito il parere del prof. Angelo Antonini, neurologo presso la Clinica Neurologica del Servizio Sanitario di Padova, espresso in un’intervista pubblicata da “Parkinson Italia”.
Domanda: Scendendo nel dettaglio e premesso che la terapia farmacologica è insostituibile, quanto sono importanti le terapie cosiddette “complementari” (fisioterapia, canto, danza, teatro…)?
Risposta: Queste terapie hanno una grande rilevanza e sono state troppo a lungo sottovalutate. Oggi sappiamo ad esempio quanto sia importante il movimento nel Parkinson e quanto mantenere una regolare attività motoria può avere effetti benefici, non solo sul sistema muscolare e articolare, ma anche nel migliorare l’efficacia della terapia, soprattutto della levodopa. Considerato che le strutture riabilitative sono limitate, la danza, il teatro e il canto sono degli ottimi sostituti della fisioterapia e della logopedia e soprattutto forniscono anche delle opportunità di socializzazione per le persone con Parkinson e i loro familiari. Io suggerisco sempre ai miei pazienti di organizzare o aderire a queste attività, serve a superare lo stigma della malattia e ha importanti benefici anche per l’umore.